Critica

"Oltre le radici della solitudine" (olio su tela, cm 40x60)

 
 
 
Un artista in grado di offrirci sensazioni diverse, sottolineando una ricerca dai forti valori e dai sentimenti interiori che alimentano la sua energia creativa.
Opere immediate, proiettate da un intimo desiderio di conoscenza cromatica, con le raffinate e naturali alchimie di colori della sua tavolozza.
ROSANNA CHETTA,
critico d'arte e curatrice di eventi - Milano
 
 

"Radice di speranza" (matite acquerellabili, cm 35x50)

 
 
Un personalismo linguaggio pittorico, descrive la pulsione del suo linguaggio espressivo in costante e mutevole allusione.                 Gli elementi evocati, descrivono ambientazioni connesse ai messaggi di simbolismo, estratti dal suo inconscio.
 
 

"Poveri cristi" (olio su tela, cm 60x40)

 
 
Un concetto creativo dalla sua personalità descrittiva, con le narrazioni del suo istintivo inconscio per esprimere ogni essenza del suo simbolo. La scelta delle cromie assicurano una elegante esecuzione che trova supporti evocativi nella energia della sua ricerca stilistica.
MARIAROSARIA BELGIOVINE,
critico e curatrice eventi per ArtExpò Gallery - Casalpusterlengo (LO)
 
 
 
 

POETICA MEMORIA E PROFONDA RELIGIOSITA' NELLE OPERE DI

SALVATORE GERBINO

Nelle opere di Salvatore GERBINO c'è un costante riferimento a una religiosità vissuta con convinzione sul succedersi degli eventi quotidiani. Anche quando l'ispirazione dell'artista spazia oltre i soggetti sacri e si affida alla contemplazione del creato, le raffigurazioni riflettono lo studio dell'anima di fronte alla bellezza che si trasfonde in canto di lode nelle dolci armonie dei colori.
L'interpretazione delle figure e degli ambienti che danno impulsi alla creatività di Salvatore gerbino si sviluppa nelle sue opere con una misura narrativa intensa, varia nelle scelte tecniche, frutto di gusto per la sperimentzione e padronanza dell'uso della materia cromatica. La scorrevole verve pittorica rispecchia una limpida sensibilità  ed una sincera adesione ai valori portanti di vita, di religiosità e di spiritualità.
Lontano dalla pittura "iconica" quella di Gerbino è un'arte vera e propria, è arte nel vero senso proprio del termine, perchè egli non esegue le sue opere secondo i canoni dell'arte sacra dal 400 alla fine dell'800 ma ricrea le opere con riferimenti  di carattere religioso secondo una sua ispirazione del momento, opere che ci consegnano messaggi e valori che la nostra epoca sembra avere dimenticato, una espressione artistica che diviene poetica memoria di profonda religiosità.
L'artista con originale creatività, che trova un supporto profondo nel registro espressivo metafisico/surreale, egli ricrea scenari sospesi,ove si innestano personaggi reali o fantaqstici, figure che sono soggetti e simboli tangibili delle emozioni, delle problematiche e delle pulsioni dell'essere,uguali ed intense, al di là del tempo e dello spazio. Il linguaggio pittorico di Salvatore Gerbino è ineccepibile dal punto di vista formale, ma quel che più attrae e ilo senso del mistero che egli ricrea attorno ad ogni celestiale presenza.
Di artisti, in questo mondo ce ne sono milioni, ma veri pochissimi, e Gerbino è uno di questi ultimi.
 
ANGELO CAMPOLO,
 storico e critico d'Arte - Lamezia Terme (FC)
     
 
 

"Aphiemi e Hilaskomai" (acrilico su tela, cm 50x70)

contrasto interiore tra, l'atto del perdono come dono fatto a altri e regalo offerto a noi stessi
Descrizione dell'Opera
Il contrasto interiore dell'uomo verso il perdono visto come dono fatto a altri e principalmente come regalo offerto a noi stessi.
La ragnatela, rappresentazione di una costruzione quotidiana che avvicina l'uomo a Dio, la catena emblema di unione e forza nei rapporti interpersonali, simbolo di libertà schiavitù, liberazione da un momento straziante, essa con la lacerazione libera uccelli che volano alla ricerca delle gioie della vita e di un amore autentico, e ancora, la corona di spine conferma che Gesù ci ha liberati dalla maledizione del peccato, del quale la spina costituisce il simbolo.
I visi domestici, della donna e del bimbo, vanno osservati come 'icona' che manifesta persone prese come modello da seguire e associata a immagini di personaggi conosciuti che fondano uno stile di vita.
le verdi chiome e i contorti rami, a fatica si elevano e si presentano liberi nel cielo, fanno corona al 'Bimbo Gesù', non concepito come tutti gli altri uomini, bensì una figura ospite di passaggio nell'umanità e oggi, ne leggiamo ancora i segni della sua presenza; invitano l'osservatore a innalzare lo sguardo verso l'alto e a liberarsi dai contrasti che lo incatenano.
Al di là dei simboli, è fondamentale il significato che si infnde ad essi in quanto la descrizione reale e il suo significato ovvio può variare di contesto in contesto.
L'Opera "Aphiemi e Hilaskomai" dell'Artista Gerbino, guida il fruitore a una riflessione profonda e lo conduce verso eventi di salvezza.
Poeta e Pittore Salvatore Gerbino
 
Opera di grande pregio, colma di sensazioni capaci di descrivere l'essenza più profonda dell'anima.
 
         SANDRO SERRADIFALCO
 editore, critico, saggista, responsabile editoriale di ART NOW - Palermo
 
 

"Infinito" (olio su tela, cm 40x60)

Con Salvatore Gerbino siamo in presenza di un artista che ha alle spalle un percorso ben strutturato, ed anche di fronte ad una personalità vivace sul piano culturale, poliedrica, che si occupa anche di teatro, sia come attore che per la creazione di allestimenti teatrali, cimentandosi inoltre in ambito fotografico e poetico. La formazione è solida: un diploma in ambito scientifico, poi studi accademici artistici, unitamente ad attività svolte nel campo ceramico, organizzando anche eventi come curatore.
Il Gerbino pittore ha poi partecipato a numerosi eventi ottenendo riscontri positivi di pubblico e critica, oltre a piazzamenti importanti e primi premi in concorsi artistici, tanto in ambito nazionale che internazionale.Con riguardo alle opere, fra queste cito a titolo esemplificativo il dipinto "infinito", che mi ha particolarmente colpito, si tratta di olio su tela di cm 40x60, un'opera che dice molto sul maestro Gerbino: la sua impronta vi appare fortemente espressiva, ove il colore deflagra in un lirismo interiore, ricco di simbolismi, reso con toni ricercati e peculiari propri dell'artista che ne rendono il pronunciamento stilistico del tutto evidente. Qui la scena domina nel suo insieme, la veduta di fondo accoglie lo sguardo del fruitore, che ne subisce il richiamo, perchè portatrice di riflessioni sulla caducità della vita, il rosso che richiama il sacrificio, la sensazione prima che si incontra è l'angoscia, poi il simbolo delle "catene spezzate", volontà e necessità di riscatto di liberazione da questa condizione oppressiva,il parallellismo del nostro mondo contemporaneo, pur costruito fra sogno e ragione è evidente e l'artista scava nella tematica ambientale, nei pericoli della nostra era, ma lascia sempre crescere un seme di speranza. Salvatore con la sua sensibilità percepiasce in modo significativo i patemi del nostro vivere ansioso e febbricitante, le angosce, le mortificazioni che affliggono l'umanità, pur tuttavia anela ad esaltare la voce forte interiore, quella spirituale sempre insita nell'angolo di ogni esistenza. Siamo di fronte a un racconto per immagini che narra una "metafisica dello spirito" espressa attraverso il piano onirico. La figura sacra del Cristo spesso staglia nel cielo, funge da richiamo protettivo, genera speranza, sorge dal Dio fatto uomo, che per chi crede ha aperto col suo sacrificio alla possibilità di rientrare nella dimensione dell'assoluto, con un'anima liberata dai peccati grazie ad un percorso di saggezza e di fede che ognuno potrà intraprendere. Rompere le catene significa per Gerbino dare e ricevere consapevolezza e perseguire la via della salvezza ovvero seguire il messaggio d'amore che il Salvatore ci ha donato.
Dunque mi pare importante l'approccio al sacro presente nell'arte di Gebino che è narrazione del dramma edistenziale, come molte opere testimoniano. Il fulcro di questo operare è dettato dalla determinazione ad aprire alla speranza il nostro animoe il nostro cuore. I colori raccontano di una visione rivolta alla classicità, carica di simboli, e rivisitata attraverso di una visione rivolta alla classicità, carica di simboli, e rivisitata attraveso uno stile moderno unico e distintivo reso con toni peculiari, quasi sempre smaglianti ed identitari, si tratta di una pittura certamente figurativa, ma tuttaltro che decorativo-mimetica in senso convenzionale, vi si evince la forte espressività della narrazione, musicalmente vicina al melodramma, e retta da una luce elegiaca che induce a un finale salvifico.Vi è dunque il dramma esistenziale, un grido di placare, reso attraverso la natura, che trova approdo rasserenante nell'irraggiamento spirituale.
Non mancano altre opere interessanti per altri aspetti, con spunti apprezzabili sul piano tecnico e stilistico, come la pittura su basi trattate a foglia-oro. sono tanti i segnali in questo operato artistico che sono afferenti ad un linguaggio multiforme elemento questo che rende l'artista un ricercatore mai banale in quanto intimamente ed anche visivamente autentico.
Si giudica la proposta artistica degma i interesse non solo del pubblico ma anche degli addetti ai lavori. Non vi sono dubbi sulla qualità raggiunta del fare pittorico,ove la fa da padrona la coerenza stilistica di un percorso certamente da apprezzare ed incoraggiare.  
      
       FRANCO BULFARINI,
  artista, critico d'Arte e organizzatore di eventi culturali - Ravarino (MO)  
 
   

GERBINO SALVATORE

"Ante-inquietudine d'Anime in post-sentenza" (olio su tela, cm 50x70)

Anno 1979 - Stima eseguita da Flavio De Gregorio € 1.050,00

 
Salvatore Gerbino è un poeta e pittore accademico surrealista e tradizionale. Nasce a Caltagirone nel 1958, dove tuttora vive e opera... Tel. 0933 23009 Cell. 338 7322257 - e-mail s_gerbino@virgilio.it - www.salvatoregerbino.it - https://sfepgerbino.webartgallery.it
L'artista divide la sua vita tra famiglia, lavoro, pittura, poesia, fotografia e teatro. Ha conseguito la maturità scientifica e compiuto studi tecnici per la ceramica a Caltagirone, ha frequentato il corso di Accademia, sezione Pittura e Grafica, scuola per corrispondenza - Roma. Ha partecipato a importanti manifestazioni e concorsi di elevato livello culturale e artistico, regionali, nazionali e internazionali, conseguendo numerosi riconoscimenti e consensi di pubblico e di critica. Membro di Giurie qualificate. Disegna e dipinge dal 1970, si è dedicato da giovanissimo alla pittura e alla grafica, prediligendo e valorizzando negli anni il cartoncino, la tela, la ceramica, la foglia d'oro, il legno, il vetro e la seta, passando con spirito creativo dalla matita al carboncino, dall'olio all'acrilico, dalla tempera agli smalti, dai pastelli alle crete, dalla china all'acquerello. Nel 1977, vince il suo primo premio , al 13° Premio Internazionale di Pittura e Fotografia Scout - Arco (TN). La poesia lo ammalia da ragazzo ma solo da adulto cerca il confronto di critici e pubblico. Promotore e organizzatore di mostre personali, collettive e concorsi regionali e nazionali dal 1980. Progettista, disegnatore e realizzatore di
scenografie teatrali e spettacoli vari. Socio fondatore dell'Accademia Calatina di Arte, Lettere e Teatro.Nel 2019 l'artista Salvatore Gerbino è entrato a far parte dell'Accademia Santa Sara la cui presidenza gli ha conferito l'onorificenza per meriti artistici. Salvatore Gerbino espone in Italia e all'estero e ha conseguito numerosi riconoscimenti durante la sua lunga attività artistica. Notizie a riguardo possono essere fornite attraverso i sopra citati siti e social network.
"in questo dipinto realizzato dall'artista Gerbino Salvatore si susseguono una serie di elementi iconografici capaci di dare vita ad un artista ancora all'epoca in erba ma che aveva già molto da comunicare. La confusione spettrale, categorizzata da linee frammentate ed aree sanguigne ridefinisce la scenografica risposta che l'essere umano promuove col dubbio ma ne assorbe l'interezza esistenzialista per la possibile redenzione dopo il giudizio. Un groviglio naturalistico in tutte le sue fasi dona al dipinto la valenza espressiva che le figure immaginarie esaltano dalle profondità azzurrine tracciate in segno di salvezza e al centro,sopra il volto di Cristo splendide forme di volti, di un incarnato assorbito dalla luce divina comunicano l'abbandono delle anime a Dio. Nelle opere di Gerbino Salvatore, il sentimento viene ad essere costellato da tracce vuote di essenza interiorizzata nel tempo, secondo cui, ora gli elementi che prima erano spogli e radi assumono maggior volume sia nell'interezza compositiva che in ogni singolo elemento visuale attinente all'iconografia del soggetto".
 
FLAVIO DE GREGORIO,
Cavaliere della Repubblica, critico e storico dell'Arte, presidente dell'Associazione artistica e culturale "Accademia Santa Sara" - Alessandria
 
 
 
 

"Paesaggio tra cielo e terra" (olio su foglia oro, cm 20x30) 

 
SALVATORE GERBINO - Caltagirone - Catania
L'immersione nell'ambiente è totale, dove il tot romantico si coniuga con la dimensione surreale, raccogliendo il gusto della terra naturale che incontra il cielo all'orizzonte solare mentre la fantasia ricrea bagliori e vibrazioni di luce, accensioni improvvise, dove il paesaggio assume all'improvviso il suo aspettp di mistero nell'incanto, quasi irreale in un'apparizione lirica e sognante nell'emozione per un inedito linguaggio d'arte.
 
 
Nel paesaggio onirico il colore è l'elemento sensitivo che conduce ad un'evoluzione stilistica costante ed innovativa, mentre si apre un nuovo mondo surreale pervaso da un'armonia fantastica, dove la solare luminosità si accende all'orizzonte e si dipana sulla visione di cielo in totale armonia d'animo che si abbandona ad un lirico sogno surreale perun nuovo linguaggio d'arte.
 
CARLA D'AQUINO MINEO,
gallerista, presidente e critico d'Arte del Centro Accademico Maison di Padova - Padova
 
 

 

L’impegno culturale di SALVATORE GERBINO

 “Ante-inquietudine d’anime in post-sentenza” (olio su tela, cm 50x70)

 

Indubbiamente l’epoca in cui si vive, intessuta tutta di quel subdolo malessere allo stato larvale che si avverte inconsciamente e che si traduce in un senso di incertezza e di insicurezza, così profondamente, da soffocare l’impulso più vitale del “vivere”, proietta la coscienza verso la dimensione dell’irrazionale, dove la mente può penetrare in virtù di una lucida veglia, per pescare in quella capillarità fragile di immagini, che permettono di ricostruire in simbolica rappresentazione la flora inesplorata dell’io profondo. Consideriamo ciò considerando la Pittura di Salvatore Gerbino, un giovane artista di Caltagirone, che rifugge da un linguaggio di facile prensione, per farsi interprete delle inquietudini dell’umanità. L’Artista che vive nell’orizzonte del suo tempo-limite, non può sfuggire agli stimoli e ai contenuti dell’attuale. Ma in Gerbino c’è di più; oltre agli spunti analitici di carattere psico-sociologico, che costituiscono, per così dire, la superficie, la crosta della sua pittura, c’è una esigenza di carattere psico-culturale, che ci immette in uno spazio intimo, in cui il dramma dell’uomo si accoppia a una tensione di ricerca intellettualistica, per cui arte e cultura costituiscono i simboli della più autentica dimensione umanitaria. Per gli artisti, come il Gerbino, di un certo impegno, la pittura diviene un mezzo eloquente per coinvolgere il fruitore non solo sul piano pittorico, ma anche e soprattutto sul piano culturale. La pittura, allora, non è più solo una esigenza di carattere estetico-formale, ma è qualcosa di più intimo; di più capillare, che viene a coesistere nella struttura organica e intellettiva dell’io artistico e, quindi, ad amalgamarsi e a plasmarsi alla segreta vitalità dell’artista. Il Gerbino ci immette in una atmosfera surreale, dove il dramma umano si dilata nella eco premonitrice di una tensione sismica. Un paesaggio lunare, lontano, risucchiato nell’abissale caos atemporale, costituito da strutture di vegetali: l’albero privo di foglie, libera dal fondo dei cieli una germinazione di figure indefinibili: membra umane; labbra; volti disfatti dal dolore: simboli, questi, della solitudine; della sofferenza; calvari segnati dal dolore, nel lungo cammino dell’umanità. Sono tele dense di “pathos”, trasudanti la drammaticità esistenziale “ab aeterno”, nella quale si intrecciano i contenuti della realtà attuale: intime contorsioni di rami che rendono l’“io” vulnerabile, coinvolto nel viluppo di alienanti imprevedibilità.

 

GIANNA PAGANI PAOLINO,

critico d’Arte – Roma

 

 

“Radiose essenze” (china e matite acquerellabili, cm 35x50)

 

 

 

 

…I due pini stilizzati servono a chiudere una porzione di paesaggio che mira a verticalizzarsi grazie al succedersi delle situazioni filmiche.

La resa, a livello di tecnica, è ottimale per quell’elaborazione ricercata del particolare che si ha modo di notare nel lastricato e nei fiori iniziali…

 

FULVIO CASTELLANI,

 critico d’Arte – Catanzaro

 

 

 

 

 “Calvario dell’umanità” (china e matite acquerellabili, cm 35x50)

 

Fiori colorati che, posti al centro dell’opera, lasciano spazio ad uno scenario, potremmo dire, spettrale, dove il dolore e l’incertezza vengono espresse dal paesaggio spoglio, mentre le croci e la figura umana quasi stilizzata, in atto di porsi una corona sul capo, sono gli elementi che evidenziano in Salvatore Gerbino le dimensioni esistenziali dell’uomo. Le variazioni tonali del colore e del soggetto diventano genesi di una figurazione che assurge ad un connotato simbolico e si fanno espressione di un insieme metafisico, dal momento in cui l’unica traccia ben definita oltre i fiori sono le torri. Salvatore Gerbino varca la soglia del reale per cogliere l’esistenziale, offrendo al fruitore una dimensione onirica, che non trascura il fascino figurativo e simbolico. I punti focali dell’opera sono diversi: la figura umana centrale, le croci appena tracciate, il paesaggio desertico, gli alberi spogli che s’innalzano verso il cielo. In essi si concentra il contenuto visivo, in quanto evidenziano il mondo del dolore, delle spine, della croce, della sofferenza, ma anche della vita in contrasto con la morte. Gli uccelli,  posti alla base della figura  umana, ricordano il simbolo della forza che ispira gli uomini alla saggezza, e quindi il pensiero che li nutre e li innalza per raggiungere la conoscenza. Infine la corona che, oltre ad indicare la Maiestas domini, segna anche il passaggio simbolico ad una nuova condizione dell’esistenza, dal calvario delle esperienze alla serenità della vita. L’opera acutizza effettivamente la sensibilità dell’osservatore, che si concentra verso la figura centrale. Questa lascia risaltare il delicato cromatismo attraverso una convergenza timbrica e diventa forza espressiva, si fa punto cruciale dei penetranti messaggi attuali, quale il dolore dell’umanità.

 

ENZA CONTI,

 critico d’Arte e direttore del Trimestrale  “Il Convivio” – Castiglione di Sicilia

 

 

 

Il surrealismo di SALVATORE GERBINO “Lacrime di sangue” (olio su tela, cm 50x70)

                                            

Salvatore Gerbino nasce a Caltagirone nel 1958, dove vive. Ha compiuto studi scientifici per la tecnica della ceramica a Caltagirone, paese siciliano che è noto per i rinomati maestri, ed ha frequentato l’Accademia per corsi di pittura e di grafica. Inoltre ha partecipato ad importanti manifestazioni e concorsi di elevato livello culturale ed artistico, regionali, nazionali ed internazionali. È anche componente di qualificate giurie. Si è dedicato sin da giovanissimo alla pittura e alla grafica. Promotore ed organizzatore di mostre personali, collettive e concorsi di lettere e arti, progettista disegnatore e realizzatore di scenografie teatrali e spettacoli vari, è anche ideatore di cataloghi, depliant, locandine, manifesti, copertine di libri e riviste.

Lo stile di Salvatore Gerbino è frutto di una personale sintesi espressiva, interpretando tematiche varie per riflessione e fantasia. Al centro, però, di ogni creazione si può leggere l’uomo e l’artista, la riflessione che egli pone nella surrealtà è intimamente legata all’interiorità, al sentire. Un dettato che assorbe gli aspetti figurativi e li inserisce in una dinamica complessa, sia disegnativa sia coloristica. L’uniformità o variabilità del colore, non dissonante, e il tratto disegnativo rendono le opere di Gerbino intense e originali. Basta leggere un’opera come Lacrime di sangue, dove la sofferenza interiorizzata in un quadro surrealista intride ogni pennellata. La tonalità, non a caso, è spesso tinta di rosso, il sangue del volto che si taglia nel cielo giallognolo scende dai rami che sembrano sorreggerlo. Tutto si piega all’ondulare del sangue e il volto è motore della scena, ma anche fine della scena, basti notare che l’andamento disegnativo converge verso il riflesso del volto stesso che troviamo nella parte bassa del quadro.

 

GIUSEPPE MANITTA,

critico d’Arte e caporedattore del Trimestrale  “Il Convivio” – Castiglione di Sicilia

 

 

 

…GERBINO Salvatore, vive e opera a Caltagirone.

Ha preso parte a importanti concorsi internazionali, nazionali e regionali ottenendo numerosi premi e riconoscimenti. Della sua arte si è interessata la critica più qualificata. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private …

 

PIETRO MIGLIORE,

 critico d’Arte – Caserta

 

 

Un Artista come Salvatore GERBINO non è facile incontrarlo tutti i giorni, perché GERBINO partecipando al PREMIO DEI CINQUE (quarta edizione) da me organizzato; ha fatto vedere alla giuria e al pubblico di Ragusa, la tematica della sua Arte. Arte di cui solo lui può spiegare il significato profondo di ogni dipinto; al quale però ognuno può dare il suo giudizio personale …

Per me, nell’ammirare i vari dipinti di Salvatore GERBINO posso dire che ci dimostra il suo lento, doloroso e travagliato cammino.

Salvatore GERBINO è sicuro di potere arrivare alla meta dipingendo con sincerità, serenità e amore, tutto ciò che vede e sente dentro il proprio cuore.

E’ un Artista che può confrontarsi serenamente con altri Artisti.

 

GAETANO GAGLIARDI,

 poeta, pittore e scultore – Gallerista del  “Centro SiciliArte” – Ragusa

 

 

Ho apprezzato molto le opere dei cinque artisti, ma particolarmente mi hanno colpito quelle del pittore Salvatore Gerbino.

Nei suoi dipinti c’è molta fantasia. I paesaggi sembrano creati come in un sogno. Tutto sembra funesto, ma, sotto forma di visi evanescenti, è presente il Creatore.

 

PAOLO CHILLè,

pittore - Ragusa

 

 

 

 

“Accendi il desiderio di Preghiera” (olio su tela, cm 40 x 60)

 

In un Mondo in cui si sperimentano rabbia, tensione e dolore, ecco l’invito dell’Autore: ‘Accendi il desiderio di Preghiera’.

Non è un appello formale, ma un ri-chiamo vissuto a ri-trovare il significato più profondo della vita: una ‘Presenza’ che non rifugge la solitudine, l’ira, il vuoto, ma assimila a sé la sofferenza umana.

Un volto mite e sereno sovrasta il deserto sottostante.

E’ assorto, non è lontano.

E’ chino, conduce a sé.

Il cielo tenue e leggero fa intuire il desiderio di sollevare lo sguardo oltre il ‘vuoto’ che non ha radici, che a volte spezza e ripiega verso il basso.

Osservando oltre il vuoto dei resti della vita si avverte il deserto.

Ed è proprio nel deserto che si scopre la ‘Preghiera’.

Nel silenzio, nella pace, nel desiderio di un rinnovato senso della vita, i colori intensi si attenuano, si temperano di luce soffusa perché il dolore si eleva in ‘Preghiera’.

 

                                                                                                                      INA BIFFARA,

poetessa - Caltagirone

 

 

 

"La vite e il vino" (olio su tela, cm 50x70)

                                                                         

‘La vite e il vino’ è un’Opera che attraverso l’immagine tersa e morbida, i colori leggeri e caldi, in un gioco armonioso di chiaro – scuro, trasmette la solidità della vita.

Le emozioni dell’osservatore interagiscono con i tratti espressivi dell’opera.

L’opera, infatti, contiene e comunica poesia.

Nella serenità del verde e nel rosso inquietante, nelle radici e nei tralci si intravvede l’intento della vita che, pur toccata dalla sofferenza, resiste tendendo in alto e persiste in quel volto composto che il tempo ha tracciato.

Un timido velo si posa sul manto appena rosso, non cela le sue radici, si lascia sfiorare, si lascia avvolgere e contaminare.

Eppure la ‘vite’ prevale e il ‘vino’ si offre in sorsi di pacato sapore della vita, con un gesto gentile:

una mano che non si ritrae, una mano che sostiene, che sa trasfigurare.

Nello sfondo una luce tenue allontana ogni timore.

                                                                                                                                                                                                                                                               INA BIFFARA,

poetessa - Caltagirone

 

 

 

“Infinito” (olio su tela, cm 40x60)

 

Come la vita dell'anima è infinita,

così la nostra vita terrena scruta l'infinito.

Come l'infinito esprime lo stato o l'azione della persona,

così la catena della nostra vita, seppur spezzata e incerta,

non concede limiti di spazio e di tempo.

Visi camuffati, rattristati da delusuioni del vissuto,

vigilano da lontano accarezzati da scheletrici fronde.

Mentre,

gioiosi uccelli sorvolano l'amaro mondo ricco di ribelli ruderi.

Si coglie da lontano una voce che, da decenni a oggi, grida alla vita

DESTATI!

Ritorna la PRIMAVERA ...

                                                     ... GRAZIE "INFINITO"!!!

 

SALVATORE GERBINO,

poeta e pittore - Caltagirone

 

 

L’Opera dell’artista Gerbino è interessante per la sua lealtà emotiva.

In essa traspare una surrealtà annaspante tra lirica grafica e tenue cromatismo onirico.

Manlio Manvati con un paterno augurio per un avvenire sereno.

 

MANLIO MANVATI,

critico d’Arte, pittore – Pozzuoli di Napoli

 

 

 

Gentile Salvatore, i tuoi lavori sono molto interessanti per la tua "individualissima elaborazione iconografica". I soggetti sembrano essere ripresi da una narratività tipica della tradizione dei cantastorie siciliani Giufà e Pietru Fuddune e dai boschi incantati Grimmiani; mentre il colore "brillante" sembra appartenere alla tradizione degli Albarelli in maiolica, della quale la tua Caltagirone storicamente ha rappresentato un fulcro importante per le scelte decorative ed iconografiche in ambito italiano.
Buon lavoro
Cordialmente


                                                                                                                                                                                                GABRIELE ROMEO,

storico e critico d’Arte - Venezia